Avviato il Progetto S.A.Mi.Na. – Strategie Antiviolenza per donne MIgranti e NAtive –

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Avviato il Progetto S.A.Mi.Na. – Strategie Antiviolenza per donne MIgranti e NAtive – promosso da Ananke Onlus e altri partner.

Pescara – Ha preso il via nel mese di dicembre 2018 il progetto S.A.Mi.Na. – Strategie Antiviolenza per donne MIgranti e NAtive – finanziato dal Ministero delle Pari Opportunità e promosso da diversi partner. A portare avanti le iniziative è l’associazione capofila Ananke Onlus insieme alla ASL3 Pescara, la Fondazione Caritas Onlus dell’Arcidiocesi di Pescara-Penne e il Volontariato Internazionale per lo Sviluppo.

Il progetto, che interessa il territorio della provincia di Pescara, ha durata di 18 mesi e mira a garantire una serie di interventi volti a proseguire la strategia nazionale di attuazione degli obblighi nascenti dalla Convenzione di Istanbul con l’intento di costruire pratiche ad hoc finalizzate a sostenere le donne e le giovani migranti o rifugiate di prima e seconda generazione; nasce, inoltre, da una condivisione degli obiettivi dei soggetti promotori volti al superamento del relativismo culturale e alla messa in discussione degli stereotipi e per favorire la prevenzione di pratiche lesive nei confronti di donne straniere.

L’azione propone la sperimentazione di un intervento innovativo che unisce da un lato l’esigenza dei Servizi Territoriali di collaborare con mediatrici culturali, dall’altro fornisce l’opportunità ad alcune giovani donne migranti di ampliare le proprie competenze sul tema della violenza di genere.

Progetto SAMINA

SA.Mi.Na si pone in soluzione di continuità anche con il progetto I.Ri.S. che ha favorito la collaborazione tra diverse associazioni territoriali di migranti, ora coinvolte come interlocutrici privilegiate del progetto, e vuole altresì rispondere alla necessità di far fronte al crescente aumento delle donne migranti presenti sul territorio provinciale alla luce dell’istituzione recente di nuovi servizi SPRAR, CAS.

L’intervento è suddiviso in quattro macro-azioni: formazione e aggiornamento professionale con approccio interculturale di genere; sperimentazione dell’operatività delle nuove figure denominate “mediatrici d’accoglienza” e di nuovi servizi dedicati alle donne migranti anche di seconda generazione, rifugiate e richiedenti asilo; sensibilizzazione e mainstreaming per il superamento del relativismo culturale; monitoraggio e valutazione.

Si è concluso già lo scorso maggio il corso di formazione per “mediatrici d’accoglienza”, che fungeranno da valido supporto all’interno di diversi contesti che da anni lavorano con donne che vivono situazione di difficoltà, al quale hanno preso parte ben 15 donne migranti. Tra le altre finalità del progetto si evidenziano la sperimentazione di nuove strategie per affrontare e promuovere l’inclusione di quelle donne e di quelle giovani che scelgono di costruire un percorso di vita diverso, nella consapevolezza dei propri diritti; la valorizzazione del lavoro della Rete Territoriale Antiviolenza esistente e la costruzione di buone prassi; la sperimentazione di una forma di pedagogia critica attraverso la quale esercitare alcuni meccanismi della mediazione interculturale.

Si registrano tuttora in corso le attività progettuali che porteranno alla pubblicazione della “Carta della Buona Accoglienza” e alla stesura di un protocollo operativo tra il Centro Antiviolenza, la Caritas e l’ambulatorio