Coronavirus, Lettera aperta per una riflessione di comune utiltà

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Villanova, 4 marzo 2020 –   Coronavirus, Lettera aperta per una riflessione di comune utiltà. 

Riceviamo e pubblichiano

Sono giorni di gran confusione, sono giorni in cui incombe la paura, sono giorni in cui un banale raffreddore provoca allarme, sono giorni in cui il proprio simile viene visto come un nemico, sono giorni in cui le razzie di mascherine ed amuchina appaiono come un prezioso bottino, sono giorni in cui le parole “emergenza sanitaria” e “contagio” titolano i quotidiani e le pagine di apertura dei telegiornali di tutte le reti televisive, sono giorni in cui le regole da osservare sono raccolte in decaloghi ed opuscoli, sono giorni in cui gli oppositori politici si rintuzzano a vicenda, sono giorni in cui ci allontaniamo sempre più dall’antico detto: ”l’unione fa la forza”.

Già il Leopardi, nel lontano 800, concludeva la sua tesi filosofica in ordine alla discrepanza tra natura forte e crudele ed uomo debole ed impotente, con l’invito ad imitare la ginestra, un arbusto la cui forza è data dai numerosi fusti che la compongono

Contro le forze ciclopiche della natura, l’uomo è inerme, è privo di possibilità di difesa; il suo destino è tragicamente segnato, l’uomo è schiacciato dalle forze invincibili della natura.

E’ impossibile sconfiggere la natura, essa sarà sempre più forte dell’uomo. “….. e quell’orror che primo contra l’empia natura strinse i mortal in social catena…”. Da quest’amara verità Leopardi fa un appello: invita all’umiltà e alla fraterna solidarietà tra gli uomini contro la natura maligna.

La ginestra è l’unico fiore che cresce alle falde del Vesuvio, destinato a morire, ma forte di fronte all’imperversare della Natura, è l’unico arbusto che ha un atteggiamento coraggioso e non rassegnato di opposizione e di sfida alla natura nemica.

In questo momento storico caratterizzato dall’intemperia burrascosa del “Corona”, la natura matrigna è contraddistinta dal Virus e la capacità dell’uomo di fronteggiarlo e sfidarlo è contrassegnata dalla Ginestra.

Il nostro atteggiamento, oggi, nel combattere il corona virus, deve essere come quello della ginestra, che prende forza e resistenza da tutti i piccoli fusti che compongono il suo arbusto.

Unire le nostre forze, fare appello alla sensibilità dei singoli, non sottovalutare ciò che ci viene imposto di osservare e che può sembrare banale può aiutare a salvare la nostra vita.

Evitare spostamenti e viaggi, evitare luoghi di aggregazione, stare in casa se si accusano malanni, disinfettare superfici e mani, starnutire nella piegatura del gomito etc. etc. Semplici accorgimenti che praticati dal singolo non hanno valore, ma professati dai molti assumono vigore e forza.

Come la ginestra, fiore durevole, resiste alle alte temperature sulle pendici del vulcano, così l’uomo, unendo i propri sforzi può contrastare la contingenza bellicosa che sta vivendo.
Il killer corona è spietato, è aggressivo, non conosce barriere, non si fa intimorire da ordinanze e disposizioni legislative.

L’unica arma è: evitare il contagio.

Per raggiungere questo obiettivo dobbiamo unirci, dobbiamo pensare al nostro e al bene altrui. Dobbiamo far nostra l’idea che la propria incolumità è data dal rispetto dell’incolumità dell’altro.

Io mi rendo conto che è difficile non sbagliare in un momento di grande caos ed emergenza mondiale.

Non voglio criticare i nostri governanti perché è arte facile puntare il dito mentre si sta comodamente sdraiati a casa, è arte facile biasimare l’operato dell’uno e dell’altro. Può accadere che alcune norme possono andar bene in un determinato contesto, ma creare danni in altri.

Allora è qui che occorre far prevalere il semplice” buon senso”.

E’ proprio di due giorni fa la notizia di un nuovo contagio da parte di un agente, a Roma sud, contagio riscontratosi dopo la visita di un parente proveniente dal nord.

Se il parente fosse stato in possesso di un forte senso civico non si sarebbe dovuto recare a fare visita. Doveva restare laddove risiedeva.

Ora ci si chiede: l’agente quante persone ha infettato? E quanti di questi infettati ancora infetteranno? Bastava poco: EVITARE LA VISITA.

E’ vero tutto e il contrario di tutto.

Le scuole restano aperte perché non ci sono casi.

A Rimini non ci sono casi però in tutta l’Emilia Romagna le scuole sono state chiuse In Campania i casi crescono a dismisura, ma noi spettiamo, aspettiamo, aspettiamo cosa?

Che la situazione diventi irreversibile?

Che importanza può avere un mese di scuola rispetto al valore della vita umana? Pochi giorni fa c’è stata un’ordinanza della G.R.C. del 26/2/20 con la quale si chiedeva ai genitori degli alunni l’ autocertificazione per l’assenza del 26 febbraio in cui si dichiarava che non vi era stato soggiorno nelle zone endemiche e poi nello stesso giorno (o pochi giorni prima) si danno direttive per riammettere in classe alunni che si sono recati nel nord Italia, in quelle zone giudicate gialle e non rosse.

Non voglio accusare nessuno, ma solo invitare a riflettere, invitare a non sottovalutare nulla, invitare a quel senso civico che fa tale l’umana persona. L’Italia, la nazione più bella del mondo, non può subire questo oltraggio,” la chiusura delle frontiere agli italiani”. Uniamoci in una “social catena” e non smettiamo di ripetere: “Ce la faremoooo!!!! Insieme siamo una forza e vinceremo!!!!”

Ai politici dico: Mettiamo da parte rancori ed orgoglio, ammettiamo i nostri errori e non ostiniamoci ad avere per forza ragione.

Siamo esseri umani e, come tali, possiamo sbagliare. Importante, però, è non persistere nell’errore.

In questo preciso istante non interessa a nessuno questo o quel partito, anzi chi si ostina ad approfittare della situazione per il proprio tornaconto elettorale verrà severamente punito dagli elettori.

Al popolo italiano, maturo ed estremamente intelligente, non sfuggono certe strategie furbesche che poco servono a combattere il virus e molto mirano all’accaparramento di voti.

E’ sotto gli occhi di tutti che l’Europa, che doveva essere la nostra madre protettrice, si è eclissata. È scomparsa.

Doveva adottare misure draconiane e disporre la quarantena per tutte le nazioni contagiate dal virus. Sicuramente l’epidemia si sarebbe arrestata prima e sicuramente sarebbe stato meno dispendioso per tutti.

L’egoismo, la superficialità, il minimizzare non aiutano. Pensiamo ai nostri figli, ai nostri nipoti, a tutte le persone care, ai nostri simili, ai nostri fratelli; spogliamoci della presunzione e vestiamoci di umiltà.

Uniamo le nostre forze così come ci suggerisce il Leopardi nella “Ginestra” e, forse, usciremo vincitori in questa guerra che nessuno di noi ha voluto, in cui nessuno di noi ha colpe, ma che l’alto senso di moralità ci impone di combattere.

Insieme possiamo vincere e sconfiggere questo nemico invisibile, spietato, sempre in agguato, da qualche mese, nelle nostre vite.

Felicita Perrina

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