Fontanarosa, Questa estate andrà così, niente tirata del Carro

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Fontanarosa. Questa estate andrà così. Le feste di paese, che caratterizzano intere comunità, non saranno l’evento che trascinerà la provincia. E pensare che, sopratutto da queste parti, c’era stata una corsa contro il tempo per rimettere in piedi il Carro dopo la rovinosa caduta di due anni. E il popolo di Fontanarosa ce la fece a rimettere in piedi, nel giro di dodici mesi, il suo gigante di paglia. E, questa volta, per interrompere la torta, si è messo di traverso il Covid 19. Così come nella comunità della valle del Calore, anche da altre parti sarà lo stesso: da Mirabella Eclano a Flumeri, a Villanova del Battista, anche nel Sannio, a Foglianise e S. Marco dei Cavoti, e nel Molise, a Jelsi. Scrive sul suo blog di Facebook, “Il Carro di Fontanarosa” :”Non ci sono le condizioni per Carri e Gigli irpini per la consueta e attesa tirata”. Nemmeno per il montaggio o per l’esposizione. Non si assisterà, dunque, alle sfilate delle comunità in festa. Continua”Il Carro di Fontanarosa “:” Essendo feste di popolo, con il Covid che ancora incombe, è impossibile mettere in atto questo tipo di manifestazioni “. Perché è, praticamente,” impossibile applicare le regole antiassembramento, disciplinate dall’ordinanza 51 del 20 marzo scorso, dalle raccomandazioni giunte dalla Prefettura e dopo il messaggio ai sacerdoti della Cei”. Intanto tutti i Comuni interessati si sono attivati, hanno tenuto incontri”ripetuti”con l’Unpli provinciale e sono, perciò, giunti alla decisione di saltare l’appuntamento. Però “al fine di mantenere la tradizione saranno organizzate iniziative a carattere locale nel pieno rispetto delle misure anti Coronavirus”. Intanto è allo studio un Comitato dei Carri. Una unione, cioè, tra tutte le amministrazioni comunali interessate da questo tipo di manifestazioni. Seguita, ovviamente, dalla Unpli provinciale e dalla Università Suor Orsola Benincasa.
Ci si sta avviando verso il riconoscimento, dei Carro e dei Gigli, di questi ultimi come patrimonio dell’Unesco.
Giancarlo Vitale