A Montella (AV) si ripete “il miracolo del pane” di San Francesco

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A Montella (AV) si ripete “il miracolo del pane” di San Francesco

Anche quest’anno, con le dovute precauzioni anticovid-19, nel santuario di San Francesco a Folloni di Montella (AV) è avvenuta la celebrazione che, come da tradizione, ricorda il “miracolo del pane” di San Francesco. Ci sono dei luoghi che ti avvolgono con la loro spiritualità, non solo per l’istituzione che rappresentano, ma proprio per l’atmosfera di sacralità. Un esempio tangibile è il Santuario di San Francesco a Folloni di Montella (AV). Nella ricorrenza della festività relativa al Santo d’Assisi, oggi 4 ottobre alle ore 17:00, in questo complesso di bellezza artistica intrinseco di sacralità, si è svolta una funzione presieduta dal Vescovo alla quale erano presenti anche i sindaci di: Montella, Nusco e Bagnoli Irpino. Ad offrire il pane, in collaborazione con i Frati Cappuccini del Convento di Milano San Francesco a Folloni, il maestro panificatore Ciarcia Nicola che nella giornata dedicata a San Francesco d’Assisi, intende ricordare e celebrare uno dei miracoli più famosi del Santo, rinnovando a Montella una tradizione entrata nella cultura sociale dei milanesi, il “Pane in piazza”.

Perché si parla del “Miracolo del Pane” di San Francesco?

Si narra che San Francesco d’Assisi fu “invocato” dai frati conventuali montellesi, da tempo assediati da una possente nevicata e dai lupi, nonché stretti nella morsa della fame. Miracolosamente all’indomani davanti alle porte del convento irpino comparve un sacco pieno di pane. Era l’inverno 1224 e d’allora i frammenti di quel sacco sono stati, tra mille peripezie, gelosamente custoditi nel complesso. Qualche anno fa, Padre Guardiano Fra’ Agnello Stoia, commissionò degli studi sulla reliquia custodita in una delle cappelle del Convento di Folloni. Le analisi condotte con il Carbonio 14 confermano che quel pezzo di stoffa, non solo risale ad un periodo compreso tra il 1220 e il 1295, ma avrebbe effettivamente contenuto del pane, come racconta la tradizione, secondo la quale sarebbe stato San Francesco d’Assisi ad inviarlo ai frati.