L’assessore alla scuola Annamaria Palmieri: “Il neo cinismo della realtà”

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L’assessore alla scuola Annamaria Palmieri: “Il neo cinismo della realtà”

“Realistico” – mi ha detto un amico per definire il provvedimento della Regione che prolunga la chiusura delle scuole. Capisco, essendo lui persona appassionata di scuola come me, che cosa intendesse dire: tenere chiuse le scuole è un modo semplice, comodo, per decongestionare il sistema sanitario, è utile per venire incontro alle paure degli operatori e di tanti genitori, efficace per uscire dalla confusione del momento facendo ALMENO qualcosa. Cinicamente efficace. Se chiudi gli esercizi commerciali i commercianti, come i ristoratori, scendono in piazza e protestano. Il consenso scende.

I bambini e i ragazzi invece sono invisibili al radar della politica. A casa, con la dad, con i genitori, con i nonni, non fanno danni. E la scuola, certo, intanto, si industria in ogni modo a dar loro la surroga di sé, consegna tablet, inventa tecniche innovative a distanza. Lavora alla riduzione del danno… Attenzione, però: il lockdown dei ragazzi è solo parziale: per strada possono andare, nei negozi pure, in giro a consumare il tempo della loro noia, semmai senza grande attenzione alla mascherina, senza un cinema o un museo, così, perché il tempo scorra…oppure, semmai i più piccoli davanti a social e videogiochi, che diventano, da vituperati nemici, gli unici alleati delle famiglie in questo momento.

All’amata scuola, fatta di incontri e relazioni e scoperte, resta l’amarezza. Ma io confesso un sogno: vivere in un Paese che quando chiude le scuole chiede scusa ai bambini e ai ragazzi, dice e spiega loro il perché, cioè le vere ragioni (non sono untori, i bambini), si industria a fare tutto ciò che serve per riaprire subito, quanto prima, il massimo, invece di augurarsi che qualcuno ci metta knockout definitivamente.

Lo studio delle fasce anagrafiche dei contagiati in Campania ci dice che sono soprattutto persone tra i 20 e 40 anni, a contagiarsi e contagiare. A scendere poi prima i cinquantenni/sessantenni, a seguire gli adolescenti e gli anziani (questi notoriamente più attenti e responsabili); ultimi i bambini. È questo il loro premio?