Analisi dei livelli di assistenza, Giuliano (Ugl Sanità): “Raggiunto il punto di non ritorno, il 25% delle risorse spese non ha prodotto servizi per i cittadini”

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Analisi dei livelli di assistenza, Giuliano (Ugl Sanità): “Raggiunto il punto di non ritorno, il 25% delle risorse spese non ha prodotto servizi per i cittadini”

Le crepe della sanità italiana sono fotografate impietosamente da una analisi che la Fondazione indipendente Gimbe ha elaborato sugli adempimenti delle Regioni ai livelli essenziali di assistenza tra il 2010 e il 2018. Il risultato parla chiaro: un quarto delle risorse spese in sanità non hanno prodotto alcun servizio per i cittadini. “I rivoli che si disperdono – commenta il Segretario Nazionale della UGL Sanità Gianluca Giuliano – sono figli di una politica incapace di mettere sotto controllo e ottimizzare i livelli essenziali di assistenza per i cittadini. Emerge dalla analisi di Gimbe che l’adempimento medio delle Regioni per quanto riguarda i LEA si attesta al 75% in totale. Significa non aver garantito servizi per il 25% di quanto stanziato”. Ma c’è un altro dato che è significativo. “La sanità in Italia viaggia a velocità diverse” dice Giuliano. “Sono 11 le regioni – prosegue il Segretario – che superano la soglia di adempimento del 76% dei LEA. A eccezione della Basilicata sono tutte del Centro-Nord confermando anche nella sanità quella spaccatura sociale e economica non degna di una nazione che vuole guardare con fiducia al futuro”. Giuliano poi conclude. “Si parla tanto di sanità, di come rilanciarla e metterla al centro dei futuri progetti della Nazione soltanto perché la pandemia ha evidenziato il depauperamento che ne è stato fatto negli anni passati. Fa male pensare che sia servito un evento così tragico per capire che il punto di non ritorno è stato toccato. Servirà ripartire, per garantire prestazioni di qualità e in egual misura a tutti i cittadini in ogni parte d’Italia, mettendo alla base del nuovo progetto gli operatori. Devono essere tutelati, ricevere trattamenti economici dignitosi, al pari dei loro colleghi europei e formati nella maniera adeguata, prestando la loro opera all’interno di strutture al passo con i tempi. La nuova sfida parte da qui: per dare all’Italia una nuova e finalmente funzionale sanità uguale per tutti”.