La Pandemia: ciò che doveva unirci ci ha divisi

1022
di Simona Santosuosso

La Pandemia: ciò che doveva unirci ci ha divisi

di Simona Santosuosso

E nei libri di storia si leggerà della pandemia 2020. Si leggerà di un virus venuto dalla Cina, per volere degli uomini, dei pipistrelli o di chissà chi, che avrà pian piano, terrorizzato il mondo. Sì scriverà dei carri di Bergamo, delle scuole chiuse, della quarantena, del vaccino arrivato da lontano e della fine, di anni, davvero bui. Ma la voce dei sopravvissuti racconterà tutta un’altra storia. Come quando i nostri nonni ci raccontavano i tempi della “loro” guerra, quella guerra che avevano vissuto sulla propria pelle e che era così diversa da quella che studiavamo a scuola. Chi avrà vissuto, gli anni del covid 19, parlerà della morte della parte migliore della popolazione: gli anziani, che si saranno spenti da soli e in silenzio. Senza il conforto di un abbraccio, di una parola, di un addio. E se è vero che si muore da soli è altrettanto vero, che andarsene così, senza aver impresso nella mente il ricordo di chi abbiamo amato è la cosa più disumana che ci sia. Sì racconterà della didattica a distanza, delle scuole chiuse e aperte ad intermittenza. Dei genitori che volevano i figli a scuola e di quelli che li volevano a casa dimenticandosi di chiedere, ai diretti interessati, cosa si provava a star lontani dai banchi. Sì dirà che le persone avevano perso la cosa più importante: la libertà. La libertà di scegliere, la possibilità di uscire e il diritto di vivere sereni, senza il peso della paura continuamente  addosso. Sì racconterà della gente sui balconi, dei cartelloni con le scritte “andrà tutto bene” mentre si continuavano a contare morti. Ci diranno che molti saranno scampati al covid, ma non alla fame e alla chiusura delle proprie attività. E poi si parlerà delle mascherine, che avranno nascosto tanti sorrisi, che potevano comunque essere regalati in modo diverso. Sì dirà che quei bavagli sul viso non avranno però impedito di dispensare cattiverie e falsità. Ci racconteranno, racconteremo… che nonostante  vivessimo lo stesso dramma, invece di unirci ci saremmo divisi sempre di più. E ciò che doveva renderci uguali ci aveva fatti scoprire, tremendamente diversi. Racconteremo, che anziché riscoprire l’importanza di un abbraccio o di una mano tesa, il virus, ci avrà resi lupi in mezzo ai lupi. Diranno, dirò, che nonostante la pandemia, non avremo capito, che nulla… ci rende più uguali se non la condivisione dello stesso dolore. E allora… a niente… sarà servita, tanta sofferenza, se da essa, non avremmo imparato, una grande lezione.