AstraZeneca. Pedicini: “Casi trombosi in Italia non legati al vaccini, sotto esame i casi ‘rari'”

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AstraZeneca. Pedicini: “Casi trombosi in Italia non legati al vaccini, sotto esame i casi ‘rari'”
 
Vaccino, L’eurodeputato campano, dopo l’ok dell’Ema al vaccino AstraZeneca, chiede che ora si proceda ad una vigilanza attiva e alla condivisione dei dati, dopo i casi individuati, al fine di capirne di più e recuperare credibilità. La trasparenza, per i cittadini ancora molto preoccupati, deve essere al primo posto per una buona riuscita della campagna di vaccinazione. A maggior ragione dopo il recente sondaggio condotto da Emg-Different per AdKronos. Alla domanda ‘la vicenda AstraZeneca ha influenzato la sua fiducia sui vaccini?’, il risultato mostra un Paese spaccato a metà: il 49% risponde sì, il 49% no, il 2% preferisce non rispondere.
 
Bruxelles, 19 marzo 2021 – “Il vaccino AstraZeneca non è associato a un aumento del rischio complessivo di trombosi in coloro che lo ricevono, ma gli esperti scientifici dell’Ema svolgeranno ulteriori analisi sui casi rari dei coaguli di sangue – 25 casi su 20 milioni di persone vaccinate – che sebbene pochi, saranno ulteriormente attenzionati. Sono questi quindi i veri eventi avversi da approfondire, non i casi di trombosi”. Esordisce così, in una nota stampa, l’eurodeputato Piernicola Pedicini a commento delle conclusioni esposte ieri dall’Agenzia Europea del Farmaco sulla sicurezza del vaccino AstraZeneca. 
 
“Questi dettagli devono essere ben chiari all’opinione pubblica – prosegue l’eurodeputato – E’ importante per incrementare la fiducia nei vaccini e per contribuire a diffondere una conoscenza vera sulla portata e sulla natura dei possibili effetti collaterali. Ed è altrettanto importante dire che esclusa la connessione tra l’antidoto AstraZeneca e i casi di trombosi, anche rispetto ai casi rari ancora non è stato provato un nesso causale con il vaccino, ed è per questo motivo che questi casi saranno sottoposti a ulteriori analisi. A questo punto la vera sfida è combattere la disinformazione e rendere fruibili i dati scientifici relativi al siero a tutta la popolazione.  Solo così si può rimediare al danno di credibilità inferto all’efficacia dei vaccini, dagli eventi di questi giorni”, conclude Pedicini.