Scandalo per la profanazione di Palazzo Vecchio di Michele Zarrella

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I media si scandalizzano e ci bombardano di articoli se qualcuno sporca con vernice lavabile Palazzo Vecchio a Firenze: un simbolo della cultura italiana in un museo a cielo aperto, ma gli stessi non si scandalizzano se viene profanato l’ambiente: la nostra casa.

Da oltre 50 anni gli scienziati ci dicono che l’ambiente è profanato, iper-sfruttato, è degradato, è abusato e abbiamo modificato l’equilibrio dinamico della biosfera; ci gridano che lasciamo ai figli e nipoti un ambiente malato, e se continuiamo ancora con questo andamento diverrà invivibile per molte specie viventi.

Non amo la violenza: la violenza provoca altra violenza. Ma dico che chi sporca paghi e chi sporca di più paghi di più. Quindi paghi pure chi sporca l’ambiente che ci consente di vivere.

I giovani, in varie forme – scioperi, gesti simbolici, gesti eclatanti, ecc. –  da decenni ci stanno dicendo: Vogliamo vivere!!! A cosa serviranno i simboli se non ci sarà più chi li osserva? Vogliono vivere anche per godere di quei simboli che oggi sporcano con vernice lavabile solo perché vogliono essere ascoltati davvero. Pertanto vogliono i fatti e non le chiacchiere o gli accordi mai rispettati che si susseguono da 27 anni vanamente.

Sia chiaro che questi eclatanti appelli lo fanno nell’interesse di tutti: non solo per sé stesi ma anche per coloro che sporcano l’ambiente perché anche costoro e i loro figli subiranno i cambiamenti climatici annunciati dagli scienziati con vari report da oltre mezzo secolo e dai campanelli d’allarme che sempre più frequentemente il clima ci sta inviando in conformità ai suddetti report. Papa Francesco, ricordando un proverbio spagnolo, ha detto: “Dio perdona sempre. Gli uomini a volte sì, a volte no. La Terra, la Terra non perdona.”

Chi pagherà di più? Chiaramente i più giovani. Loro subiranno per un tempo maggiore il riscaldamento globale e sentono pesante il futuro climatico. I giovani di Ultima Generazione, e i giovani in generale stanno dicendo: “Vogliamo il nostro futuro. Dateci il nostro futuro. Non negateci la possibilità di avere il nostro futuro. Non negateci di ammirare tutti i musei e tutte le bellezze del mondo. Vogliamo i fatti. Ora. Non fra venti anni. Potrebbe essere tardi!” Le tecnologie ci sono. Occorre solo la volontà di farlo. Allora facciamolo per i nostri figli e nipoti; facciamolo per i giovani e per i bambini già nati e per quelli che nasceranno.

Michele Zarrella