Avellino, il Preside Faia è il nuovo Presidente Nazionale dell’Associazione “Solo Dirigenti”

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Avellino, il Preside Faia è il nuovo Presidente Nazionale dell’Associazione “Solo Dirigenti”

Solo Dirigenti è una libera associazione di Dirigenti Scolastici. Non ha fini sindacali ma vuole essere un think tank indirizzato all’analisi delle politiche e delle strategie di crescita della dirigenza scolastica.

L’interesse che ha spinto il nuovo Presidente Nazionale, il Preside Faia, e gli altri dirigenti è quello di valorizzare la scuola pubblica e, nello specifico, la figura del dirigente scolastico. Sotto il profilo dei compiti, delle responsabilità e, ovviamente, della remunerazione, che deve essere in linea con quella del resto della P. A.Solo Dirigenti, fra l’altro, reperisce sul “mercato” il meglio delle professionalità presenti per una continua attività di formazione e consulenza sulle materie di più stretta attualità.

Abbiamo intervistato il Preside Faia che ci racconta in che modo porterà avanti questo progetto.

1. Quali sono le principali sfide che i dirigenti scolastici devono affrontare nella gestione delle scuole?

La prima sfida che i dirigenti devono affrontare è rappresentata dall’emergenza educativa sia delle alunne e degli alunni sia, spesso, delle famiglie.

Mi viene in mente il libro di Edgar Morin, “I sette saperi necessari all’educazione del futuro” e i tre prioritari ritengo che siano: affrontare le incertezze, insegnare la comprensione, l’etica del genere umano. Aggiungerei anche le 10 life skills (competenze trasversali affettivo-relazionali) di cui ci parla l’Organizzazione Mondiale della Sanità, per il benessere psicofisico.

Peraltro sono condizioni presenti nelle Indicazioni nazionali per il curricolo del 2012, del 2010 e nelle Linee guida dei professionali. Se non ripartiamo dagli elementi fondanti sarà sempre più difficile ri-costruire una scuola degna di questo nome!

2. Come intende l’associazione “Solo dirigenti” far sentire la voce dei dirigenti scolastici e ottenere un miglioramento delle condizioni lavorative?

Ritengo, da sempre, che una delle strategie più funzionali allo scopo è la socializzazione dell’educazione comparata, cioè bisogna armonizzare la figura del dirigente in Europa sulla base di alcuni elementi, come riportati anche dal quaderno europeo Eurydice:

– Status professionale; qualifica professionale; competenze e sfera d’azione; valutazione. Ma soprattutto avviare rapidamente un processo di sburocratizzazione (non ci risultano le stesse incombenze in altri paesi europei) perché, allo stato attuale, la realtà è divenuta insostenibile. Si parla tanto di lavoro da stress correlato e burnout, evidentemente questo vale per tutti gli operatori scolastici, compresi i dirigenti. E’ nostro intento sottoporre questi elementi, insieme ad altri più specifici connessi alle esigenze del nostro Paese, al Ministero affinché ci sia un cambio di passo, in sintonia con l’Europa, e si mettano in atto, in tempi brevi, i necessari interventi per il miglioramento della qualità del lavoro della funzione
dirigenziale.

3. Quali sono le proposte concrete che l’Associazione ha in mente per affrontare il problema degli stipendi inadeguati dei dirigenti scolastici?

Riteniamo che, bisogna ripartire dal quadro europeo e degli impegni connessi che noi abbiamo con la stessa Europa, sulla qualità della scuola.

Far consapevolizzare ai Ministri competenti e, quindi al Governo, che se non c’è attenzione verso i dirigenti scolastici, ma anche verso gli altri operatori scolastici, non sarà possibile raggiungere quei risultati richiesti dall’Europa (in tal senso risulta utile anche il rapporto OCSE), se chi vi opera si trova in una situazione economicamente inadeguata e ingiusta rispetto alla dirigenza pubblica ed europea.

Un’altra azione ineludibile è il confronto con le associazioni di categoria e i sindacati specifici e confederali affinché si consapevolizzi che non si può operare in modo solipsistico/individualistico, come ci insegnano i tanti anni dall’istituzione della dirigenza (D.l.gs. 59/98) durante i quali sono stati raggiunti scarsi risultati rispetto alle rivendicazioni, proprio a causa di una mancata visione comune della funzione e a causa delle divisioni e delle contrapposizioni. Come dire: “l’unione fa la forza” al tavolo contrattuale nazionale!

4. Come pensate di coinvolgere i dirigenti scolastici che non sono ancora iscritti
all’Associazione “Solo dirigenti?

Proprio socializzando quanto espresso nelle risposte precedenti: dalla costruzione di un’idea di scuola efficace per il trattamento delle emergenze educative, alla costruzione di curricoli formativi di qualità e vicini alle reali esigenze dei nostri alunni e delle nostre alunne; dalla definizione di condizioni lavorative in linea con i dirigenti europei alla semplificazione dei procedimenti amministrativi.

Ancora valorizzare tutte le risorse professionali disponibili per il bene del singolo e del bene comune. Inoltre, lavorare insieme, attraverso il confronto e lo scambio, per rispondere alle esigenze formative della dirigenza, assicurare una consulenza puntuale e sistematica, ma soprattutto avanzare al Ministro proposte concrete e fattibili, utilizzando tutti i canali possibili e legittimi per raggiungere gli scopi prefissati.

5. Quali sono le azioni che l’Associazione intende intraprendere per sensibilizzare l’opinione pubblica e le Istituzioni sulle difficoltà dei dirigenti scolastici?

Partiamo dal convincimento che bisogna ricostruire quel dialogo, ove interrotto, con tutti i portatori di interesse che ruotano, a vario titolo, intorno alla scuola (famiglie, studenti, enti locali, mass media, mondo del lavoro), insomma si tratta di lavorare con tutta la comunità educante, senza escludere nessuno.

Rilanciare e riflettere sui principi espressi dalla stessa Costituzione e racchiusi negli articoli 3, 30, 33, e 34. Rendere più trasparente il lavoro degli stessi dirigenti scolastici, che spesso non è conosciuto, in tutte le occasioni possibili e attraverso i mezzi di comunicazione a disposizione.

6. Come intendete collaborare con altre associazioni o movimenti che si occupano di problematiche legate alla scuola italiana?

Attraverso l’apertura di un dialogo nuovo fondato sul rispetto reciproco, per verificare se abbiamo una visione comune della scuola, cioè quella disegnata dalla Costituzione, dalle leggi che si sono succedute nel tempo, quella espressa nelle Indicazioni nazionali per il curricolo.

Il nostro punto di partenza, oltre a quanto esplicitato nelle precedenti risposte, è il concetto di autonomia funzionale alla educazione, formazione e istruzione. All’educazione cioè ai valori eterni come sosteneva Sergio Hessen; formativa cioè che promuova nelle alunne e negli alunni abilità, conoscenze e competenze per la formazione di soggetti con la “testa ben fatta e non ben piena” (per parafrasare E. Morin), all’istruzione intesa come istruzione al lavoro, come etica della responsabilità nel momento in cui si è inseriti nel processo lavorativo e produttivo del paese.

Insomma studentesse e studenti capaci di operare per la costruzione di un progetto di vita personale come autorealizzazione personale e di bene comune, che, a ben vedere, è il senso del successo formativo di cui ci parla l’art. 2 del D.P.R. 275/99 Regolamento sull’autonomia scolastica. E credo che questa sia uno zoccolo duro che tutti possano condividere.

7. Quali sono le vostre aspettative per il futuro dell’associazione “Solo dirigenti” e quali obiettivi vi siete posti a breve e lungo termine?

Ci aspettiamo di crescere come numero, proprio in funzione della nostra visione e della nostra volontà di lavorare col contributo di tutti per il bene comune.

Di conseguenza, a breve termine, pensiamo di incontrarci più frequentemente, sia a distanza con le nuove tecnologie, sia in presenza per raccogliere idee e proposte, per curare la propria formazione professionale; di avanzare, come dicevamo, delle proposte concrete e fattibili al Ministero.

Le variabili indipendenti dalla nostra volontà, la risposta concreta alle nostre proposte,
potrebbero rappresentare gli obiettivi a lungo termine.

8. Come pensate di coinvolgere i dirigenti scolastici nella definizione delle strategie e delle azioni dell’Associazione?

Come dicevo dagli incontri, in presenza e a distanza, di avanzare idee e proposte per discuterle insieme e condividere le azioni da mettere in atto. Insomma crediamo che la scuola e tutti gli organismi coinvolti possano e debbano rappresentare dei laboratori di democrazia vera ed autentica.

9. Quali sono le principali richieste che l’Associazione “Solo dirigenti” intende porre alle istituzioni per migliorare la situazione dei dirigenti scolastici in Italia?

Tra tante segnalo le urgenze:

– Riscrivere un nuovo Testo Unico. Dall’ultimo T.U. del 16/04/1994, n. 297 sono cambiate tantissime norme che troviamo disseminate in tanti testi normativi e contrattuali, con grande difficoltà di tutti compreso lo stesso Ministero ad armonizzare, leggere ed applicare le norme stesse. Non è raro ricevere a scuola disposizioni in contrasto tra loro. Peraltro la legge 107/2015 (c.d. Buona scuola) all’art. 1 comma 180 prevedeva, entro 180 giorni dalla pubblicazione della legge 107 del 13 luglio 2015, l’emanazione di un nuovo testo unico. Cosa che nessun Governo ha mai preso in considerazione!

– Riscrivere totalmente il D.L.gs. 81/08, Testo Unico in materia di tutela della salute e
della sicurezza nei luoghi di lavoro, e attribuire tutte le cure e le responsabilità agli Enti locali quali proprietari degli edifici come stabilito dalla legge 11 gennaio 1996, n. 23, norme sull’edilizia scolastica. In coerenza con quanto ho precisato precedentemente, negli altri paesi europei i dirigenti si dedicano all’aspetto gestionale, organizzativo e didattico (d’altra parte è il vero senso della leadership educativa o for learning riconosciuta ai dirigenti scolastici italiani), non certo ad iniziare le giornate per controllare la sicurezza degli edifici!

– Modificare la struttura del Consiglio di Istituto, ormai inadeguato rispetto al 1974, quando fu Istituito e quando non vigeva l’autonomia scolastica. Noi pensiamo ad un organismo molto più efficiente ed efficace, con precise competenze armonizzate con quelle del dirigente scolastico e degli altri Organi collegiali.

– Riconoscere una dirigenza pubblica unica con gli adeguamenti stipendiali.

Ovviamente saranno accolte ed avanzate tutte le proposte migliorative del sistema scolastico provenienti dai nostri iscritti.

10. Come intendete affrontare il problema del carico di responsabilità elevato dei dirigenti scolastici e garantire loro un adeguato supporto e sostegno?

Crediamo che sia urgente e improrogabile attivare tutte le strade possibili per ottenere la modificazione di quelle norme a cui accennavo precedentemente, che producono delle responsabilità improprie e uniche nel panorama europeo.

Nel frattempo, come è costume della nostra Associazione, incrementare e garantire un sistematico confronto e scambio tra i nostri associati attraverso il nostro “SD HELP DESK” dove ciascun dirigente mette a disposizione le proprie competenze in un’ottica di vicinanza e solidarietà professionale fondati sullo scambio e sul confronto, che rappresentano un valore aggiunto per un ruolo ed una funzione di alta complessità.

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