Veglia di Pasqua a Carife. Don Cornel Dascalu ai fedeli: “L’amore vince la morte, chi ama non muore mai”

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Veglia di Pasqua don Cornel Dascalu
(Fonte: pagina Facebook Parrocchia San Giovanni Battista - Carife)

La sera di sabato 30 marzo 2024, a Carife, è stata celebrata la Veglia di Pasqua, definita da Sant’Agostino la “madre di tutte le veglie”, in cui si ricorda la vittoria sul peccato e sulla morte da parte di Gesù.

La Celebrazione Eucaristica è iniziata intorno alle 22:30 con la Benedizione del Fuoco e con l’Accensione del Cero pasquale all’esterno della Chiesa Madre del comune irpino. Dopodiché, ci sono stati il rientro in Chiesa da parte dei celebranti e dei ministranti, seguiti dai fedeli presenti al di fuori del luogo sacro per assistere alla prima parte di questo rito solenne.

A ciò, hanno fatto seguito il Preconio Pasquale, l’Orazione iniziale, le Letture e i relativi Salmi responsoriali. Al termine di questi momenti, è stato cantato l’inno “Gloria a Dio”. Dopodiché, sono stati letti l’Epistola tratta dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani (Rm 6,3-11), il Salmo responsoriale 117, e il brano estratto dal Vangelo secondo Marco (Mc 16, 1-7). Ad essi è seguita l’omelia di don Cornel Dascalu, che ha invitato i fedeli ad andare sempre oltre la pietra, esattamente come le donne protagoniste del brano del Vangelo di cui sopra, ma, soprattutto, il celebrante ha affermato che “l’amore vince la morte, chi ama non muore mai”.

Al termine dell’Omelia, la solenne Celebrazione Eucaristica è proseguita con la benedizione del fonte battesimale, con le Litanie dei Santi, con la benedizione dell’acqua battesimale, con il Rinnovo delle promesse battesimali e con l’aspersione dell’acqua benedetta all’assemblea.

Dopo questi momenti, il rito è andato avanti con la lettura delle preghiere dei fedeli e con i restanti momenti che hanno portato verso la sua conclusione.

Prima della benedizione, don Cornel Dascalu ha fatto gli auguri di buona Pasqua ai fedeli, rimarcando i messaggi forti dell’omelia sopra menzionati.

Dopodiché ci sono state le orazioni conclusive, la benedizione, il congedo all’assemblea e l’intonazione del canto “Cristo è risorto veramente”.

 

 

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