LA LEZIONE DI BAUMAN TRA LIQUIDITA’ E CONSISTENZA di Nicola Prebenna

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E’ proprio delle cose umane e delle persone, giunto il momento, separarsi da ciò che le hanno meglio caratterizzate e definite.
Succede così che sempre più di frequente anche intellettuali di valore, che con le loro riflessioni hanno dilatato gli orizzonti del sapere, passano a miglior vita. Rimane il messaggio che hanno incarnato e che hanno affidato all’umanità. L’ultimo personaggio venuto meno qualche giorno addietro è il sociologo polacco Zygmunt Bauman, un intellettuale che ha definito in maniera puntuale la realtà della società del nostro tempo, della postmodernità: società liquida. Con questa espressione Bauman ha voluto precisare che nel mondo contemporaneo i valori, le ideologie, i grandi sistemi di pensiero si sono come liquefatti, diluiti, perso di consistenza. Al disorientamento delle coscienze che si era prodotto e amplificato nel corso del ventesimo secolo si è aggiunta la perdita di riferimento delle coordinate fondamentali che danno un senso all’agire dell’uomo, alla sua presenza nel mondo. Il relativismo più estremo, l’utilitarismo più sfrenato, l’opportunismo più cangiante sono la rappresentazione più immediata di un mondo, di una società che hanno smarrito i riferimenti tradizionali, che possiamo indicare con le espressioni o parole come ideologia, sistema di concetti, di idee-forza che orientavano i comportamenti singoli e collettivi delle persone. L’analisi di Bauman ha senza livore e senza saccenteria colto questo aspetto del nostro tempo che rinvia ad una realtà di scarsa consistenza, senza una propria fisionomia. Basta poco per sperimentarlo. Se un tempo l’idea di bellezza si riferiva a qualcosa su cui la stragrande maggioranza conveniva, oggi ognuno accampa e esibisce la sua interpretazione; dicasi altrettanto per l’amore: tempo addietro l’interpretazione più condivisa si appuntava sulla relazione che ne privilegiava la consacrazione nel matrimonio. Oggi, i rapporti hanno assunto forme tra loro molto diverse, così che, pirandellianamente, ciascuno li intende a modo proprio. Altri esempi potrebbero essere fatti, ma in questa breve riflessione ci interessa sottolineare quella che secondo Bauman è la natura della società del nostro tempo: se non inconsistente, almeno sfuggente, inafferrabile, cangiante, liquida appunto. Eppure si avverte il bisogno di individuare qualcosa di più consistente, di più solido, che non solo dia un senso al nostro essere nel mondo ma che contribuisca al recupero o all’individuazione di valori, punti di forza, riferimenti comunitari che si facciano guida delle persone, delle città, delle comunità. Si avverte da parte di molti la necessità di individuare principi che, sottratti alle interpretazioni occasionali e contraddittorie dettate dagli utilitarismi, siano in grado di arginare lo sbriciolamento dei valori del passato e costituiscano un condensato di idee forti capaci di ridare un senso alla realtà del nostro tempo. La lezione di Bauman ha un senso se ci si sforza di individuare degli antidoti che ci facciano superare da un lato la percezione della liquidità e dall’altra la rassegnazione a considerarla definitiva.