I battenti di Guardia Sanframondi: spiritualità e partecipazione! di Nicola Prebenna

1572
La processione che ogni sette anni ha luogo a Guardia Sanframondi è un evento unico e straordinario. Si tratta, per chi non lo conosce, di un atto devozionale di forte intensità. Una comunità intera si mobilita e partecipa per testimoniare la propria fede che, nel rendere omaggio alla Madonna dell’Assunta, si colora dell’atteggiamento penitenziale che coinvolge, nel più assoluto anonimato, i cosiddetti battenti e flagellanti. Persone devote che ritengono di dover chiedere perdono, per il tramite dell’intercessione dell’Assunta, con tunica bianca e cappuccio dello stesso colore, con due soli fori per poter vedere, partecipano alla processione, al rito penitenziale, per tutta la sua durata che inizia, dopo la messa officiata dal vescovo, e continua per le strade cittadine per parecchie ore, fino alle 18,00 circa. La statua della Madonna torna alla chiesa da dove era partita. I battenti, senza distinzione di sesso, prevalentemente uomini ma anche donne, mentre la processione avanza, si battono il petto con una spatola con punte di aghi che, oltre a generare sofferenza, producono anche sanguinamenti, a seconda dell’intensità e della frequenza delle battiture. I flagellanti, dal canto loro, procedono percuotendosi le spalle con delle catene che vengono usate a mo’ di cilici di medievale memoria. Il dato impressionante che colpisce quanti, tra devoti o curiosi, che per la prima volta partecipano ai riti penitenziali di Guardia Sanframondi, è che uno si aspetta di vedere al massimo un centinaio di battenti; e sono, invece, circa mille e cinquecento e, probabilmente, provengono anche da altre città e forse da altre realtà non proprio vicine. Ogni contrada della città contribuisce alla celebrazione del rito con l’allestimento di una scena con figuranti e personaggi vari, tratta o dall’antico testamento, o dai vangeli, o dalla storia del cristianesimo, del tempo lontano e dei nostri giorni. Si parte da Adamo ed Eva, passando per Abramo, Mosè, Davide – solo per ricordarne alcuni -, si continua con scene del vangelo, e in maniera non sempre diacronica si arriva ai protagonisti dell’impegno religioso della modernità, con personaggi come Edith Stein, San Giovanni Paolo II, S. Massimiliano Kolbe, Salvo D’Acquisto, per ricordarne qualcuno. Gli spettatori sono consapevoli di non essere solo turisti o curiosi, ma persone che vivono i tanti momenti dell’evento con profonda partecipazione emotiva, spesso avvertendo una pace interiore che ben s’intona all’atmosfera mistica che circonfonde tutti coloro che si lasciano sfiorare dal senso del sacro. Dopo aver attraversato le vie cittadine, secondo un percorso preventivamente definito, la statua della Madonna ritorna nella chiesa da dove era stata portata all’esterno e qui, in successione, i battenti e flagellanti in ginocchio arrivano davanti alla statua, s’inchinano, l’adorano e proseguono. Ciò determina i tempi lunghi propri dell’evento. Questa esperienza di vita religiosa e di riscoperta della partecipazione popolare a riti che affondano la loro ragion d’essere nella cultura millenaria della nostra realtà meridionale l’hanno fatta i soci del Rotary Club di Avellino Est Centenario, di S. Angelo dei Lombardi Hirpinia Goleto, di Sessa Aurunca, grazie all’ospitalità ed all’invito proposti e offerti dal Rotary Club Valle Telesina. L’accoglienza è stata squisita grazie anche alla disponibilità offerta da Erbagil, che ha messo gli ospiti nelle migliori condizioni per partecipare ad un evento di straordinaria spiritualità e caratterizzato dalla massiccia partecipazione popolare: testimonianza di come la sintesi di valori e partecipazione cittadina possono dar vita a eventi che segnano la storia delle persone e delle comunità.
La processione che ogni sette anni ha luogo a Guardia Sanframondi è un evento unico e straordinario. Si tratta, per chi non lo conosce, di un atto devozionale di forte intensità. Una comunità intera si mobilita e partecipa per testimoniare la propria fede che, nel rendere omaggio alla Madonna dell’Assunta, si colora dell’atteggiamento penitenziale che coinvolge, nel più assoluto anonimato, i cosiddetti battenti e flagellanti. Persone devote che ritengono di dover chiedere perdono, per il tramite dell’intercessione dell’Assunta, con tunica bianca e cappuccio dello stesso colore, con due soli fori per poter vedere, partecipano alla processione, al rito penitenziale, per tutta la sua durata che inizia, dopo la messa officiata dal vescovo, e continua per le strade cittadine per parecchie ore, fino alle 18,00 circa. La statua della Madonna torna alla chiesa da dove era partita. I battenti, senza distinzione di sesso, prevalentemente uomini ma anche donne, mentre la processione avanza, si battono il petto con una spatola con punte di aghi che, oltre a generare sofferenza, producono anche sanguinamenti, a seconda dell’intensità e della frequenza delle battiture. I flagellanti, dal canto loro, procedono percuotendosi le spalle con delle catene che vengono usate a mo’ di cilici di medievale memoria. Il dato impressionante che colpisce quanti, tra devoti o curiosi, che per la prima volta partecipano ai riti penitenziali di Guardia Sanframondi, è che uno si aspetta di vedere al massimo un centinaio di battenti; e sono, invece, circa mille e cinquecento e, probabilmente, provengono anche da altre città e forse da altre realtà non proprio vicine. Ogni contrada della città contribuisce alla celebrazione del rito con l’allestimento di una scena con figuranti e personaggi vari, tratta o dall’antico testamento, o dai vangeli, o dalla storia del cristianesimo, del tempo lontano e dei nostri giorni. Si parte da Adamo ed Eva, passando per Abramo, Mosè, Davide – solo per ricordarne alcuni -, si continua con scene del vangelo, e in maniera non sempre diacronica si arriva ai protagonisti dell’impegno religioso della modernità, con personaggi come Edith Stein, San Giovanni Paolo II, S. Massimiliano Kolbe, Salvo D’Acquisto, per ricordarne qualcuno. Gli spettatori sono consapevoli di non essere solo turisti o curiosi, ma persone che vivono i tanti momenti dell’evento con profonda partecipazione emotiva, spesso avvertendo una pace interiore che ben s’intona all’atmosfera mistica che circonfonde tutti coloro che si lasciano sfiorare dal senso del sacro. Dopo aver attraversato le vie cittadine, secondo un percorso preventivamente definito, la statua della Madonna ritorna nella chiesa da dove era stata portata all’esterno e qui, in successione, i battenti e flagellanti in ginocchio arrivano davanti alla statua, s’inchinano, l’adorano e proseguono. Ciò determina i tempi lunghi propri dell’evento. Questa esperienza di vita religiosa e di riscoperta della partecipazione popolare a riti che affondano la loro ragion d’essere nella cultura millenaria della nostra realtà meridionale l’hanno fatta i soci del Rotary Club di Avellino Est Centenario, di S. Angelo dei Lombardi Hirpinia Goleto, di Sessa Aurunca, grazie all’ospitalità ed all’invito proposti e offerti dal Rotary Club Valle Telesina. L’accoglienza è stata squisita grazie anche alla disponibilità offerta da Erbagil, che ha messo gli ospiti nelle migliori condizioni per partecipare ad un evento di straordinaria spiritualità e caratterizzato dalla massiccia partecipazione popolare: testimonianza di come la sintesi di valori e partecipazione cittadina possono dar vita a eventi che segnano la storia delle persone e delle comunità.