Dalle promesse alle realizzazioni!

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Mentre l’epidemia rallenta, le prospettive generali si fanno complesse. I dati sul contenimento della diffusione del virus sono positivi, anche se la prudenza è d’obbligo. La riflessione che intendiamo avanzare ora vuole concentrarsi sul clima politico generale che riguarda maggioranza e opposizione. Ciò che finora è stato messo in campo dal governo può ritenersi sostanzialmente ben fatto. Il quadro diviene confuso e incerto quando si passa alle prospettive future. Il momento è delicato. Occorre ora passare dagli annunci alle decisioni, dalle promesse alle realizzazioni, dalle annunciate risorse al loro utilizzo. E qui lo scenario si fa poco chiaro, facendo emergere contraddizioni rimaste latenti, sotto la cenere. Il governo in carica, apparentemente concorde, è attraversato da una competizione che mira in prospettiva a invertire i rapporti di forza tra PD e M5S. Occorre, però, superare Scilla e Cariddi, la fase attuale delle decisioni da prendere. L’opposizione di centrodestra martella quotidianamente sulla necessità di essere ascoltati, sull’inadeguatezza delle soluzioni proposte dal governo, sulla necessità di nuove elezioni. Per dirla in poche parole, le forze politiche, di maggioranza e di opposizione, vivono il presente pensando alle prossime elezioni. Sarebbe più utile al paese che, concentrandosi sull’immediato futuro, si individuassero soluzioni adeguate e condivise, operando una sintesi necessaria tra proposte della maggioranza e dell’opposizione. E’ quanto è chiaro al presidente Mattarella, che in termini espliciti lo ha dichiarato in maniera ufficiale. Pur essendo forse consapevole che il suo messaggio cadrà nel vuoto. Al momento come si interrogano le varie formazioni politiche? Colao ha portato a termine il suo compito ed ha fornito delle indicazioni, dei suggerimenti che dovrebbero incanalare le scelte del parlamento. Ed è ai partiti ora che toccano le scelte che contano. E veniamo a come interpretano il presente e prefigurano il futuro i vari partiti. Zingaretti e il PD avvertono che, se si rimane impantanati nella palude degli annunci o delle decisioni poco incisive, il vantaggio nei sondaggi degli ultimi tempi sfumerebbe; il M5S, lontano nei sondaggi dalle percentuali delle ultime politiche, ha tutto l’interesse a gestire poltrone e enti, contrastando in questo modo il calo di consenso. Rimane però ancora prigioniero dei programmi elettorali ritenuti propri del movimento. E qui affiorano e si fanno evidenti le differenze di impostazione di fondo tra ciò che ha in animo di fare il PD e quello che intende realizzare il M5S. Ne consegue che, pur garantendo a Conte pieno sostegno, il PD sta definendo una road map che implichi una forte accelerazione all’attività di governo. Per non rimanere bloccati sulle titubanze e sulle iniziative peregrine del M5S. Non sono da meno i partiti del centrodestra. Soffrono della conventio ad escludendum. Se ne sono fatti una ragione. D’altronde è comprensibile. Al di là di frasi di circostanza che predicano disponibilità al confronto con le opposizioni, Conte non ha la minima idea di coinvolgere l’opposizione. Tra l’altro pensa di poter mettere su, in prospettiva futura, un proprio gruppo di riferimento. In queste condizioni, c’è il rischio grosso che la situazione sfugga di mano. I finanziamenti messi a disposizione dall’Unione Europea sono una grande opportunità. Bisogna però saperne profittare e definire progetti utili, necessari, da rendere esecutivi in tempi rapidi e certi. E qui sorgono i problemi. Riusciranno i nostri eroi a conquistare il cuore della foresta? O, come accadde nella penisola iberica, mentre a Roma il senato si arrovellava in interminabili discussioni, Annibale attaccò ed espugnò Sagunto? Sarebbe utile al paese che, al momento, si smettesse di pensare alle elezioni, di finalizzare ad esse ogni iniziativa politica, e ci si concentrasse sui provvedimenti urgenti e necessari da adottare con tempestività, coraggio e lungimiranza.