La cultura LGBT sarà l’iceberg della prossima grande guerra

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La cultura LGBT sarà l’iceberg della prossima grande guerra
Quando questa cultura ha iniziato a prendere piede negli Stati Uniti, presidente era Donald Trump, il quale non ha posto scudi per impedire che si incuneasse nella società americana. Biden ha rispolverato  questa “tendenza” obamiana per conformare il mondo alla società LGBT. Infatti, fu proprio il presidente Barack Obama nel 2011 a cavalcare questa nuova tendenza sociale, rallentata con la presidenza Trump e ripresa con vigore dall’Amministrazione Biden. Il presidente ha diramato un ordine verso tutte le Agenzie governative che operano fuori dei territori nazionali, di promuovere i diritti delle persone gay, lesbiche, bisessuali, transgender, intersex e queer e di stilare un piano operativo entro l’estate. Ricordo cosa disse Biden nel giorno del suo insediamento: “Tutti gli esseri umani dovrebbero essere trattati con rispetto e dignità e dovrebbero essere in grado di vivere senza temere, non importa chi sono o chi amano”. Le sue parole, a cui oggi ha dato seguito, non sono passate inosservate. Biden ha promesso in quel suo discorso di insediamento una maggiore attenzione verso i migranti LGBT  richiedenti asilo. Questa nuova tendenza si è inserita nella società americana senza un dibattito politico a riguardo.
Per anni se ne è parlato, ma mai si è affrontato il problema che oggi si presenta come un vulcano pronto ad eruttare.
Bisogna che si intervenga presto prima che affiorino le conseguenze delle decisioni non prese.
La storia insegna che società complesse, scatenano istinti repressi che a lungo andare si traducono in conflitti aperti.
La mia visione cartesiana mi porta a dire che il mondo sta andando verso la sua dissoluzione, mentre su scala globale aumentano i bilanci per la difesa. Nessuno vuole farsi trovare impreparato quando le attuali controversie sfoceranno in una nuova grande guerra..
Maurizio Compagnone