Massimiliano Bruno: “Emmebi Advisory come aiuto alla crescita per le PMI”

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Emmebi Advisory

Esperienza, progettualità e invito alle imprese, soprattutto alle PMI, a prestare maggiore attenzione alla liquidità. Questi e diversi altri temi sono stati affrontati nell’intervista al Dott. Massimiliano Bruno, Managing Partner di Emmebi Advisory.

 

D.: Dott. Bruno, introduca l’attività di Emmebi Advisory.

R.: Emmebi Advisory è una boutique di consulenza nata due anni e mezzo fa, con sede a Milano, ma che opera in tutto il mercato nazionale, soprattutto al sud Italia. Le nostre due macroaree operative sono: Consulenza strategica e Advisory. All’interno di questa seconda area, si seguono anche operazioni di finanza straordinaria e di restructuring. Il nostro target sono le PMI, ma facciamo anche progetti in aziende di medio-grandi dimensioni. Nelle PMI spesso mancano competenze manageriali, pertanto proponiamo, al loro interno, il Fractional Management. Mettiamo a disposizione delle aziende consulenti molti Senior, che possono aiutare le aziende nei loro percorsi di crescita. Stiamo seguendo molto il tema del passaggio generazionale, che riguarda gran parte del tessuto economico nazionale e spesso non si è preparati ad affrontarlo. Questo percorso non è un percorso semplice e veloce, dura dai 5 ai 10 anni, ma non è detto che sfoci sempre in un passaggio ad uno di famiglia, può anche portare all’ingresso di figure manageriali o anche all’ingresso di fondi. Berlusconi, ad esempio, è stato un pioniere nell’utilizzare la delega. Se lui non avesse delegato e non si fosse circondato di diversi manager, non avrebbe potuto sicuramente seguire tutte le attività che lo hanno visto coinvolto nella sua vita. Al di là di giudizi personali o politici bisogna riconoscergli il merito che ha saputo scegliere i suoi collaboratori. E questa è stato uno dei fattori sicuramente vincenti del suo percorso imprenditoriale.

 

D.: Ci può dire delle cifre riguardanti l’attività di Emmebi Advisory?

R.: In questi due anni e mezzo abbiamo fatto una dozzina di progetti su diversi clienti in settori e territori diversi. Noi badiamo più alla qualità che alla quantità. Facciamo poche cose, ma buone. Vogliamo fare casi di success, al momento abbiamo preferito non far entrare grossi gruppi nel mondo della consulenza nel capitale di Emmebi per evitare pressioni sui volumi a discapito della qualità.

 

D.: Secondo lei, cosa manca in molte imprese, soprattutto nel contesto operativo italiano?

R.: Nell’impresa media italiana, si passa gran parte del tempo dietro alle cose operative e poco o nulla a disegnare e codificare la strategia, che dovrebbe essere passata a tutta l’organizzazione aziendale, al livello operativo banalmente questo significa mancanza di una convergenza di obiettivi tra le varie aree aziendali e gli obiettivi dell’azienda. Kaplan e Norton, due pionieri e massimi esperti mondiali di tematiche aziendali, hanno evidenziato nei loro studi che il 95% delle aziende che falliscono non avevano una strategia aziendale ben delineata e codificata. La pianificazione strategica ha bisogno di competenze. Il piano strategico serve, innanzitutto per i soci, quindi a codificare la mission e la vision aziendale. Il livello di professionisti che fanno parte del nostro network è molto senior, va dai 15 ai 25 anni di esperienza, ed è necessaria in quanto l’imprenditore della PMI non può avere Junior come interfaccia. Conta molto l’aspetto psicologico ed emozionale nell’affrontare ogni tematica aziendale. Un Manager esperto aiuta a rendere più fluidi determinati percorsi culturali e di change management. Spesso la PMI è affiancata quasi esclusivamente dal commercialista di fiducia, che, però, si limita, essenzialmente, a fare compliance. In questo senso dividerei il mondo della consulenza in 3 macro blocchi. Il primo è quello che riguarda la parte degli adempimenti e di tutte le normative a cui deve adeguarsi un’impresa: ci rientrano qui commercialisti, revisori, avvocati, consulenti sulla sicurezza, certificazioni qualità, etc., etc.. Poi c’è il mondo della consulenza strategica, che riguarda principalmente le grandi imprese, dove esistono anche i servizi di advisory, ed infine abbiamo il mondo della consulenza operativa fatta da figure manageriale che operano in contesti societari o da free lance, che svolgono ruoli apicali dentro le organizzazioni aziendali. Noi di Emmebi ci collochiamo a metà tra la consulenza strategica e la consulenza operativa.

 

D.: Gli imprenditori italiani, secondo lei, comprendono l’importanza della liquidità generata nei vari esercizi, o tendono a dare più importanza all’utile d’esercizio?

R.: Nell’ambito della valutazione dei bilanci, oggi è assolutamente acclarato anche e soprattutto dal sistema del credito, che l’indicatore principe di crescita, ossia il fatturato, ha un peso sempre meno importante, in quanto gli indicatori valutativi, anche al fine dell’assegnazione del rating bancario, oggi riguardano la profittabilità dell’azienda, la capacità di produrre cassa e quindi di essere in grado di rimborsare debito. Infine un fattore importante al fine della determinazione del rating bancario è un indicatore qualitativo riguardante il management. In questo contesto di accesso alla finanza sempre più selettivo, noi lavoriamo sui nostri clienti per migliorare la produzione di cash flow all’interno dell’azienda, andando a lavorare in particolare su tutte le dinamiche che impattano il circolante. È molto importante anche fare l’analisi degli investimenti, per capirne rendimento e tempo di ritorno. Le aziende non sempre fanno una valutazione adeguata degli investimenti. Facendo un’analisi sulle PMI, le aziende che hanno una pianificazione nel medio-lungo periodo sono molto poche, e capite bene che fare degli investimenti in una situazione del genere è molto pericoloso perché si rischia di non valutare bene gli impatti nel medio lungo periodo, con ritorsioni su indebitamento futuro. Come dicono gli anglosassoni: “revenue is vanity, profit is reality, cash is king” (versione italianizzata).

 

D.: Per entrare a far parte del team di Emmebi Advisory è richiesta un’esperienza specifica, oppure possono ambire anche giovani neolaureati a potervi fare parte

R.: Diamo un valore molto elevato all’esperienza. Noi ci avvaliamo di professionisti Senior, che hanno, un’esperienza minima di 15 anni che hanno avuto esperienza in diversi ambiti, per quello che dicevamo prima possono mettere subito mani alle tematiche dell’azienda ed essere un punto di riferimento degli imprenditori. Inoltre il nostro business model prevede la presenza solo di professionisti, molto senior al fine di tenere una struttura con pochi costi fissi e quasi tutti costi variabili legati ai singoli progetti, in tal senso ci avvaliamo di una dozzina di professionisti in pianta stabile ma non esclusiva ed all’occorrenza utilizziamo i professionisti del mio network nazionale yourGroup del quale faccio parte da 9 anni, composto da oltre 250 professionisti.

 

D.: Ci può fornire qualche riflessione sull’attuale scenario macroeconomico europeo?

R.: In quanto all’analisi macroeconomica, sino a quando l’inflazione non si arresta, la BCE continuerà ad aumentare i tassi di interesse e questo potrebbe creare ulteriori ripercussioni su famiglie e su imprese. Lo scenario a cui andiamo incontro, purtroppo, credo che avrà i suoi effetti recessivi sul 2024, e sarà probabilmente l’inizio di un periodo congiunturale che non credo durerà solo una stagione. Speriamo che famiglie ed imprese sappiano ben affrontare quello che ci aspetta.

 

D.: Secondo lei, la guerra in Ucraina quali effetti sta portando?

R.: La percezione sin dall’inizio che questo conflitto non sarebbe durato poco, non si parla minimamente di resa. Molti Paesi si stanno procurando nuovi approvvigionamenti per le materie prime. Il tema dell’indipendenza energetica non è un tema a breve termine. L’approvvigionamento dalla Russia è calato di circa l’88% quest’anno, l’Italia si è legata molto all’Algeria, però siamo sempre, a livello di pricing, su dei livelli non paragonabili al pre-guerra. Chi non ha avuto l’accortezza di rivedere i contratti con le utenze, ha subito maggiormente gli aumenti. Il Price Cup non ha visto una concreta attuazione. Vediamo sui nostri clienti che il prezzo del gas sta tenendo botta, mentre l’energia elettrica, invece, no.

 

D.: Per quanto riguarda i giovani che stanno affrontando il problema della disoccupazione, come può consigliarli a cercare di ritagliarsi una possibilità professionale in una realtà privata, senza l’assillo di dover cercare a tutti i costi un impiego pubblico atto a conciliare bene la loro vita professionale con quella lavorativa?

R.: Il consiglio che posso dare ai giovani in cerca di lavoro è quello di cercare di acquisire competenze, di specializzarsi e di formarsi in continuazione, soprattutto nei primi anni lavorativi. Bisogna cercare di fare esperienza, magari in aziende medio-piccole. I giovani devono aver voglia di imparare un mestiere. Non devono pensare solo al guadagno. Oggi spesso domanda e offerta non si incontrano proprio a causa di mancanza di competenze. Molto spesso mancano entusiasmo e voglia di fare le cose. Ad esempio, molti giovani start-upper avrebbero bisogno, a mio avviso, di aver fatto delle esperienze aziendali prima di affrontate un percorso imprenditoriale.

 

D.: Infine, qualche considerazione sulle prospettive future dell’attività di Emmebi Advisory. 

R.: Pensiamo di estendere il portafoglio dei nostri servizi. Ad esempio, intendiamo puntare sull’internazionalizzazione. Pensiamo, inoltre, di attuare una crescita organica, ma contenuta secondo quello che è il nostro business model e di estendere il nostro network ad altri professionisti e ad altri territori geografici, oltre quelli in cui ci siamo già consolidati.

 

 

 

 

 

 

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