39 anni fa moriva Rino Gaetano: “sento che, in futuro le mie canzoni saranno cantate dalle prossime generazioni”

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39 anni fa moriva Rino Gaetano: “sento che, in futuro le mie canzoni saranno cantate dalle prossime generazioni”

“C’è qualcuno che vuole mettermi il bavaglio! Io non li temo.
Non ci riusciranno, sento che, in futuro le mie canzoni
saranno cantate dalle prossime generazioni. Che, grazie
alla comunicazione di massa capiranno che cosa voglio dire
questa sera. Capiranno e apriranno gli occhi, anziché averli pieni di sale.”

Profezia, fatta dal geniale cantautore, Rino Gaetano sulla spiaggia di Capocotta nel 1979, che si rilevo esatta.

Nato a Crotone il 29 ottobre 1950, Rino Gaetano (Salvatore Antonio Gaetano), muore a Roma il 2 Giugno di 39 anni fa, eppure, le sue canzoni sono ancora ascoltate e amate anche dai giovani.

La sua morte, avvenuta il 2 giugno del 1981, è ancora avvolta nel mistero. Aveva solo 31 anni Rino Gaetano quando, quella tragica notte, morì in un terribile incidente stradale a Roma.

Mentre percorreva mentre percorreva via Nomentana, all’altezza dell’incrocio con via Carlo Fea nella sua Volvo 343, si ritrovò nella corsia opposta: lo scontro con un camion fu inevitabile. Colpo di sonno? Un malore improvviso? Una tremenda e fatale distrazione? Si sono accavallate, negli anni, più e più tesi, ma la morte di Rino Gaetano resta ancora oggi un enigma.

Un’ambulanza tentò di trasportare il cantante nell’ospedale più vicino ma sfortunatamente non c’era nemmeno un letto disponibile. L’ambulanza cercò, poi, di trasportarlo in altre 4 strutture ma tutti gli ospedali rifiutarono il ricovero. Alla fine Gaetano arrivò al Gemelli di Roma, ma ormai era troppo tardi.

Per l’ironia e l’intelligenza dei suoi testi, per il suo songwriting schietto e graffiante, Rino Gaetano merita davvero un posto accanto ai più grandi esponenti della canzone italiana. Il suo universo è affollato di santi che salgono sul rogo “vestiti d’amianto”; di donne immaginarie che filano la lana e fiutano tartufi; di cieli blu e di notti stellate, di amabili prostitute e detestabili politici d’ogni schieramento. Irride e commuove, con l’anarchica eccentricità dei poeti cantastorie. L’Italia delle P38 e della strategia della tensione, nelle sue canzoni, diventa un paese surreale, diviso tra fiaba e dramma, passioni sentimentali e contraddizioni sociali. Un paese che Gaetano ha sempre amato, ma che quasi mai l’ha voluto comprendere.