Il Natale è alle porte, con il peso positivo della tradizione e con la speranza di novità. Da due millenni i cristiani tutti del mondo celebrano il Natale. Ricordano la nascita del Cristo, Dio fattosi uomo, per redimere l’umanità e riconciliarla con il Padre. E da sempre il ricordo della nascita del Cristo è stato un forte richiamo al valore della povertà, della fraternità, della concordia e della pace.
Questo Natale, però, è molto diverso da quelli degli ultimi anni. E’ un po’ come se il presepe fosse costituito solo da Maria, Giuseppe e il Bambino Gesù, senza gli angeli sulla grotta, senza i pastori in adorazione, senza i re magi in cammino. Così il tradizionale cenone della vigilia e il pranzo di Natale saranno prova di attaccamento alle sane e buone tradizioni, con la presenza dei soli familiari stretti. E’ certo un sacrificio per molti, ma quel che conta è preservare nel migliore dei modi la salute per ritornare in tempi ragionevoli ad una vita normale, senza le giuste ma difficoltose restrizioni imposte dalle norme di prevenzione del contagio. La gente, a quel che è stato possibile osservare, non ha inteso rinunciare agli acquisti natalizi tradizionali, e apparentemente il Natale non pare molto compromesso. Questa almeno è la percezione immediata.
In realtà, la crisi determinata dall’epidemia ha costretto non poche famiglie a vivere momenti difficili. I centri Caritas, le associazioni che si adoperano per alleviare le sofferenze dei poveri sempre più numerosi, e offrire almeno l’essenziale, hanno fatto registrare numeri in aumento. Diversi gli interventi promessi e programmati dal governo, ma non sempre arrivano con tempestività. Molte le categorie che stanno soffrendo non poco. I commercianti, i ristoratori, gli albergatori, i teatri, i centri culturali, tanto per citarne alcuni, sono ridotti in grosse difficoltà. Senza dire di tutti coloro che sono ammalati, che sono ricoverati in terapia intensiva o anche sottoposti a cure domiciliari. E sono anche molto impegnati tutti gli operatori della sanità, medici, infermieri, ausiliari. Non sfuggono a nessuno la delicatezza del momento, le difficoltà in cui tante famiglie si dibattono, le incerte prospettive dei prossimi mesi.
In verità, una luce, una stella cometa sta indirizzando le attese verso prospettive meno tristi. Ed è la notizia che diversi vaccini sono pronti e di alcuni è anche iniziata la somministrazione. Non sappiamo se risolveranno e quando e come la diffusione del contagio, di certo è una prospettiva positiva e gli effetti che si prevedono dovrebbero essere decisamente positivi. Questo dato rende per davvero questo Natale inondato di positività e di speranza. Un altro aspetto, a nostro avviso, positivo di questo Natale 2020 è che pare si sia ridimensionato l’aspetto consumistico e si sia privilegiato il richiamo al significato religioso della festività. Oltre ad avere sollecitato le coscienze ad una più avvertita esigenza di solidarietà, di condivisione, di disponibilità a prendere in conto i bisogni dei fratelli e di quanti si dibattono in serie e grosse difficoltà. L’augurio che, anche a nome della redazione, formuliamo ai lettori è che questo Natale segni un vero e profondo recupero dei valori forti del Natale, verso una ritrovata e rinnovata fraternità!
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